Arisa e il rapporto con il porno

Pubblicato il 12 Nov 2025
Arisa e il rapporto con il porno

Rosalba Pippa, in arte Arisa, è nata a Pignola (Potenza) e ha conquistato il grande pubblico con la vittoria al Festival di Sanremo nella categoria “Nuove Proposte” nel 2009. Nel corso degli anni si è distinta non solo per la sua voce e le sue canzoni (“Sincerità”, “La notte”, “Controvento”, ecc.) ma anche per la sua personalità genuina, per gli alti e bassi legati all’immagine e al corpo, e per la capacità di mettersi in gioco.

Il contesto: erotismo, corpo e immagine

Prima di addentrarci nei casi specifici, vale la pena contestualizzare alcuni elementi:

1. Eros vs porno: Arisa ha fatto chiarezza più volte sulla differenza tra “erotico” e “pornografico”. In un’intervista relativa al suo album Ero romantica, ha detto:

"Sono erotica e romantica. Se mi proponessero film soft-core, ci penserei. Ma non parlo di porno, parlo di erotismo".
Questa distinzione è fondamentale: non “pornografia” nel senso classico, ma un’apertura all’erotismo, all’espressione della sensualità, al corpo come materiale artistico e personale.

 


2. Corpo e consapevolezza: Arisa ha spesso espresso come con l’età sia cresciuta la sua consapevolezza del proprio corpo, della femminilità, della sensualità. Ha dichiarato che fino a 39 anni si vergognava di mostrare certi lati di sé, mentre oggi vuole trattare il corpo come "una cosa bella". 
In un’epoca in cui i media e i social imprimono modelli standardizzati di bellezza, la posizione di Arisa rappresenta (anche se in modo non convenzionale) una riflessione sul “corpo vissuto”, sul desiderio di mostrarsi o meno, sul tabù e sul piacere.


3. Sessualità, libertà, immagine mediatica: Il dibattito intorno alla sessualità femminile, alla libertà di espressione e all’uso che ciascuno fa del proprio corpo è centrale. Arisa, in più occasioni, ha affermato di non aver nulla da vergognarsi e di rispettare qualsiasi forma di lavoro legato al sesso. 
Questo la colloca in una posizione “mista”: da un lato artista mainstream, dall’altro figura che scuote un po’ le aspettative sociali.

Il caso del “porno” e la proposta di Rocco Siffredi

Ecco il fulcro del tema: Arisa e il “pornografico”.
Non è che Arisa abbia fatto un film porno, ma ci sono vari elementi che hanno acceso i riflettori.

Le dichiarazioni di Arisa

In un’intervista per l’album “Ero romantica”, Arisa ha detto: "Se mi proponessero dei film soft core ci penso. Film erotici, non porno", ha inoltre ammesso un’apertura più ampia verso il sesso e verso la sessualità come esperienza, affermando: «Non sono contraria agli operatori del sesso e li rispetto come tutti gli altri lavoratori». 


La proposta di Rocco Siffredi

L’attore e regista hard italiano Rocco Siffredi ha pubblicamente dichiarato più volte il desiderio di lavorare con Arisa: "Darei tutto quello che ho a disposizione per fare il film dei film con lei". 

Nel 2023, dopo che Arisa ha pubblicato sui social una foto completamente nuda accompagnata da un annuncio provocatorio (“valuto proposte di matrimonio …”), Rocco ha rilanciato la proposta: «Arisa, facciamo finalmente un porno educativo e romantico come solo tu potresti fare». 


L’interpretazione e le implicazioni

Questo scenario ci permette di riflettere su vari livelli:

Marketing e immagine: La provocazione non è solo artistica ma mediatica. Arisa sa di essere sotto i riflettori e usa la consapevolezza di sé e del proprio corpo per generare attenzione. Il fatto che si parli di “porno educativo / romantico” è già un paradosso intrigante: educazione + romanticismo + erotismo + provocazione.

Tabù e normalizzazione: Parlare apertamente di sesso, erotismo, della possibilità “ipotetica” di un film sexy, significa rompere tabù. Arisa si pone in modo abbastanza libero rispetto al giudizio sociale: non fa della pornografia la causa della sua notorietà, ma non la esclude a priori come elemento di riflessione.

Corpo come strumento artistico e politico: In una società in cui le donne sono spesso giudicate per come appaiono, per il loro peso, per il loro seno, per la loro età, Arisa contrasta: "Tratto il mio corpo come una cosa bella". 
In questo senso, il “pornografico” diventa metafora di osare, di “uscire dal binario”, di dire “sono sessuale, sono desiderabile, non ho più paura”.

Differenza tra erotico e pornografico: Arisa fa spesso la distinzione. Il porno, inteso come pornografia mainstream, non è il suo obiettivo dichiarato (“non parlo di porno, parlo di erotismo”). 

Qualche riflessione critica

Ecco alcune questioni critiche emerse dal suo rapporto con questa tematica:

1. Il rischio della mercificazione

Quando il corpo diventa provoco, quando c’è un annuncio su Instagram “valuto proposte di matrimonio… organo sessuale femminile in particolare il mio” (come ha sottolineato la stampa relativa alla foto nuda). 
In questi casi, c’è il rischio che il gesto diventi strumento di marketing piuttosto che un’autentica riflessione sulla sessualità.

2. L’autenticità vs l’immagine

Arisa appare come artista consapevole, ma il pubblico può interpretare diversamente: è provocazione genuina? Strategia mediatica? Le sue affermazioni (“non faccio un film porno”, “non ho problema se la mia professione prende una strada più erotica”) lasciano un margine di ambiguità. Questa ambiguità può essere anche sinonimo di libertà, ma aprire a interpretazioni contraddittorie.

3. Il femminile e il potere della scelta

Arisa rivendica il diritto di decidere del proprio corpo, della propria immagine, della propria sessualità. Questo è un messaggio potente in un contesto in cui molte artiste sono vittime di giudizi, body-shaming, stereotipi. La frase "Se mi propongono un soft-porn… ci penso" è netta: non “mi propongono un porno e accetto subito”, ma “ci penso” — decisione autonoma. 

4. La reception pubblica e le critiche

Non tutti accettano questa postura. Il pubblico, la stampa, i fan talvolta manifestano scandalo, giudizio, ironia. L’idea che una cantante che viene dal mondo “pop” parli di pornografia o erotismo suscita dibattiti sulla decenza, il buon gusto, la moralità. Arisa in passato ha parlato di sentirsi “sfruttata”, di aver avuto rapporti difficili con colleghi, e di essere stata in qualche modo “etichettata”.



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